Appello dell’Associazione Unicorno-l’AltrascuolA contro la valutazione sommativa e a favore di quella formativa
Di fronte alla situazione di straordinaria gravità che ha coinvolto otto milioni di studenti e ottocentomila docenti circa, il dicastero Lucia Azzolina, piuttosto che individuare le possibili strategie per garantire l’apprendimento, ma anche e soprattutto il benessere psicologico degli alunni, degli studenti e di chi lavora nella scuola, ha preferito richiamarsi, fin da subito, ad una normalità non corrispondente al vero e scegliendo la via della continuità procedurale ha reso ancora più complessa una condizione già di per sé molto precaria e ingarbugliata.
Dopo aver imposto in maniera surrettizia la DaD, proprio in base a tale continuità il Ministero esige che i docenti effettuino valutazioni individuali finali in decimi sull’operato degli alunni, calcolino i crediti, sommino e sottraggano numeri, stilino improbabili griglie tutte accomunate dalla stessa patetica ragione di essere: la misurazione quantitativa e quindi facilmente (ma solo burocraticamente) parametrabile del “merito”.
Richiedere una valutazione di tipo sommativo, facendo finta che nulla è accaduto, pretendendo di misurare col bilancino il percorso didattico, estremamente incerto ed assolutamente non oggettivabile degli alunni nel corso dell’anno scolastico, appare improprio e scorretto – in primis sotto il profilo pedagogico – anche perché non tiene affatto in conto l’impegno, la fatica, lo sforzo con cui la maggior parte degli insegnanti e degli allievi hanno vissuto questo capitolo importante della loro vita.
Ostinarsi ad imporre questo metodo di valutazione è indicativo di una grande confusione pedagogica e concorre ad alimentare una profonda condizione di disuguaglianza ed ingiustizia soprattutto se si tiene conto dei dati dell’ISTAT in base ai quali il 33,8% (che nel sud sale al 41,6%) degli studenti è stato del tutto escluso dal dialogo educativo durante il periodo della DaD, non solo per il divario digitale ma anche per quello più grave, socioculturale preesistente. Un ritardo di cui la scuola pubblica italiana, al di là dei vuoti richiami normativi, non è mai riuscita a farsi completamente carico e che, possiamo immaginare, dopo questa fase emergenziale sarà ancora più acuto.
L’esperienza vissuta da tutti e in primo luogo dai nostri ragazzi, però ha lasciato un segno profondo: ci ha insegnato che ci sono dei momenti in cui la Storia è più grande di noi, di come un primo passo per la soluzione di certi problemi sia nella diffusa ed ampia azione solidale e di quanto, invece, la burocrazia e la “normalizzazione a tutti i costi” appaiano, in frangenti come questi, inappropriate oltre che prive di senso.
E così proprio oggi, in concomitanza alla pubblicazione dell’ordinanza ministeriale sulla valutazione, in cui la ministra sorda a qualunque forma di ravvedimento ha confermato la normativa vigente, l’Associazione culturale Unicorno-l’AltrascuolA rivolge un appello affinché nei prossimi giorni i collegi docenti delle scuole italiane deliberino di rifiutare la valutazione sommativa e di adottare una valutazione formativa, basata su giudizi argomentati e descrittivi, che renderebbe maggiore giustizia e garantirebbe il giusto riconoscimento al dialogo educativo portato avanti, nonostante le innumerevoli difficoltà e sofferenze, in questo periodo dal mondo della Scuola.
Stefano Lonzar
Vice-Presidente